IL TEMPO. IT – 01/03/2016 06:06
Falsificati i voti sul verbale Condannata l’ex candidata
Un anno e 4 mesi all’ex consigliere Antonella Moroso
Condannata a un anno e quattro mesi di carcere Antonella Moroso, l’ex candidata “Pdl-Berlusconi per Alemanno” (poi passata al Nuovo centrodestra) al Municipio di Ostia, che nel 2013 ha falsificato a suo vantaggio i verbali elettorali risultando vincitrice.
Così ha deciso il Tribunale monocratico di Roma, che ha accolto le richieste di condanna del sostituto procuratore Mario Palazzi. Il procedimento nasce dalla denuncia di Pietro Malara, eletto regolarmente alle elezioni ma escluso dalla Moroso grazie alla falsificazione dei documenti elettorali. Il consigliere, difeso dall’avvocato Sebastiano Russo, ha fatto valere le sue ragioni al processo, fornendo al sua versione dei fatti davanti ai giudici. Secondo l’accusa, come formulata nel capo d’imputazione, la Moroso alle elezioni del luglio 2013 aveva riportato 554 voti. Troppo pochi per entrare nel Municipio di Ostia. Così avrebbe attuato uno stratagemma. Sarebbe riuscita a impossessarsi di 14 verbali elettorali – dove erano riportati i voti per ciascun candidato -, in cui avrebbe aggiunto alcune cifre ai voti da lei effettivamente ottenuti. Un modo che le avrebbe consentito di raggiungere quota 683 preferenze, che le hanno permesso di superare l’ultimo degli eletti, Pietro Malara.
La mossa finale della Moroso è stata un ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio. Un modo per chiedere il riconteggio dei voti e ottenere la tanto agognata elezione a discapito dell’ultimo degli eletti in Consiglio municipale. Tuttavia di mezzo s’è messa la Procura della Repubblica, che ha portato alla luce la «macchinazione» denunciata dallo stesso Malara che aveva sentito odor di bruciato.
Negli atti della magistratura si legge che «sui verbali relativi alle sezioni custodite al Municipio X (Ostia, ndr), in corrispondenza della candidata Antonella Moroso, è riportata nella parte del numero di voti attribuiti, la stessa cifra dei verbali custoditi presso la Prefettura ma con l’aggiunta fraudolenta» di un numero in più. Così s’è scoperto che sui verbali erano stati aggiunti 129 voti rispetto ai 554 realmente ottenuti. Secondo la Procura la donna ha violato l’articolo 90 del Decreto del presidente della Repubblica 570 del 1960. La norma prevede che è colpevole chiunque «forma falsamente, in tutto o in parte, liste di elettori o di candidati od altri atti dal presente Testo Unico destinati alle operazioni elettorali, o altera uno di tali atti veri oppure sostituisce, sopprime o distrugge in tutto o in parte uno degli atti medesimi».
Inoltre, la norma punisce «chiunque fa uso di uno di detti atti falsificato, alterato o sostituito».
La vicenda si conclude solo oggi a tre anni di distanza, quando il Municipio è commissariato e il Consiglio municipale è stato sciolto.
Ivan Cimmarusti