La sentenza della Corte d’Appello di Roma n. 2029/2021 conferma quanto già espresso dalla sentenza emessa dal Tribunale di Civitavecchia in primo grado, per il quale Stefano Bianchi non doveva essere licenziato, ordinandone l’immediato reintegro nel proprio posto di lavoro.

A nulla sono valse le ragioni propugnate dalla difesa delle società Alitalia Cai e Alitalia sai in a.s. nella fase di reclamo promossa avanti il Corte d’Appello di Roma, risultate radicalmente infondate.

Il lavoratore ha subito un ingiusto licenziamento, pertanto ha diritto a ritornare al proprio lavoro, con conseguente ricostruzione della contribuzione dal giorno del licenziamento a quello di effettiva ripresa del servizio che le società dovranno versare alle casse dell’Inps.

Peraltro dalla data della pubblicazione della sentenza di primo grado, confermata dalla Corte d’Appello, il nostro cliente sta maturando il diritto al pagamento delle retribuzioni piene, a prescindere dal fatto che venga spontaneamente riammesso in servizio o meno;

ulteriormente dall’autunno 2014 il licenziamento, giudicato totalmente illegittimo dalla magistratura del Lavoro, ha cagionato al lavoratore un grave danno alla propria professionalità, ragion per cui lo Studio Legale Russo Caradonna ha già preannunciato ulteriori azioni legali a tutela dei diritti e degli interessi del lavoratore

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